Henrik Fisker lascia l’azienda che ha fondato e guidato fino a oggi. Un sogno ecologico di lusso che traballa di fronte al mercato, alle difficoltà e…anche alla sfortuna.
Sembra un destino comune. “Start up” gloriose, fondate e cresciute attorno a carismatici fondatori che puntualmente abbandonano (a volte costretti) la nave in difficoltà. O peggio ancora vengono estromessi dalle stesse aziende. Era successo qualche decennio fa a uno dei più importanti brand del mondo, la Apple e in quel caso la storia andò a buon fine, come tutti ricordiamo. Non sappiamo se sarà lo stesso anche per Better Place, multinazionale a metà tra Israele e l’America che in preda a grosse difficoltà finanziarie ed economiche aveva “estromesso” lo scorso anno il suo presidente, fondatore e uomo immagine, Shai Agassi. In quel caso non servì a molto e l’azienda ha iniziato un frenetico turnover di CEO con diversi membri del board dimissionari e in pochissimi mesi. Oggi un’altra notizia irrompe tra gli appassionati dell’auto elettrica. Enrick Fisker fondatore e Presidente dell’omonima azienda ha rassegnato le dimissioni. L’azienda che produce la berlina premium Karma (una sportiva elettrica range extended) ha incontrato diverse difficoltà nell’ultimo anno: inizialmente problemi di sicurezza su alcuni componenti, poi il fallimento del principale fornitore del pacco batterie l’Americana A123, poi rilevata dai cinesi, infine anche qualche centinaio di vetture andate distrutte a New York a causa del tornado Sandy. Un insieme di concause che hanno bloccato la produzione dallo scorso luglio. Troppo per un’azienda in fase di lancio con un delicato equilibrio economico e finanziario. Molti rumors si sono inseguiti negli ultimi mesi sui possibili finanziatori, compratori, salvatori, in tutto il mondo, interessati all’importante know how maturato dall’azienda e dal valore di tutti gli sforzi fatti fino ad ora. Può essere che le dimissioni siano un gesto in contrapposizione con le strategie della società, ma forse sono l’atto dovuto del “buon padre di famiglia” che lascia il posto a un nuovo “comandante” pur di salvare l’impresa. Sicuramente sarà stata una scelta difficile, ma di certo si tornerà a parlare di Fisker Automotive molto presto.
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