Non è chiaro se considerarla una notizia buona o cattiva. Il fatto che l’auto elettrica sia arrivata all’attenzione del fisco in uno dei più importanti Stati americani, è sintomatico che qualcosa stia cambiando. Prima la mobilità ecologica era oggetto di incentivi, promozioni, spesso derisa dai detrattori che vedono il suo futuro ancora molto lontano. Oggi invece il cambio di visione. Da febbraio 2013 i possessori di vetture elettriche (sono escluse le ibride come Toyota Prius e Chevrolet Volt) dovranno versare una tassa fissa di 100 dollari annui. Si tratta di numeri piccoli, 1600 cittadini, di cui oltre 1000 possessori di Nissan Leaf. Il motivo? Compensare le perdite per le minori entrate derivanti dalla riduzione dei consumi petroliferi. I ricavi saranno utilizzati per il miglioramento delle strade e delle infrastrutture. Il dibattito si è acceso immediatamente. I sostenitori della tassa affermano che le auto elettriche “usurano” e deteriorano le strade al pari delle altre vetture mentre i contrari rivendicano come sufficienti le tasse già versate per avere la corrente elettrica. La nuova misura sembra ancora più contradditoria se si considera che lo stesso Stato incentiva la diffusione delle auto elettriche eliminando le accise sulle vendite. In ogni caso è una svolta importante, segnale che, almeno in America, le previsioni di vendite sono ottimistiche. Viene immediato il confronto con il contesto italiano, ancora molto lontano dal poter immaginare nuove tassazioni. Dal prossimo anno entreranno in vigore gli incentivi all’acquisto di vetture elettriche, con l’auspicio di rendere realistico un mercato oggi irrilevante. Ma siamo certi che, in tempi di difficoltà come oggi, l’esempio americano potrà essere subito replicato anche in Italia.
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